Ben ritrovati, cari bat-fans!
Oggi cedo nuovamente la parola al bat-amico Giuseppe Millanti, che vi racconterà la seconda parte della sua peculiare biografia di Paperon de' Paperoni, raccontata dal punto di vista di Guido Martina!
Avvertenza: come praticamente tutti sanno, Don Rosa, per comporre la sua monumentale opera Life and Times of Scrooge McDuck, si è ispirato ai racconti di Carl Barks, riprendendone e ampliandone fatti, notizie e situazioni della gioventù del Papero più ricco del mondo, talvolta ricostruendo e talaltro riprendendo quasi pedissequamente quanto accennato o raccontato da Barks, e ignorando quanto scritto da ogni altro autore che non fosse Zio Carl.
In Italia, quasi contemporaneamente, il personaggio fu affidato al Professor Guido Martina, il quale scrisse sì basandosi su un personaggio creato da Barks, ma ne scrisse in un momento in cui quel personaggio non era ancora stato ben definito, un periodo in cui era quasi una pagina vuota (anche perché molte delle storie di Barks, anche se scritte prima, giungevano a Martina dopo che quest’ultimo aveva scritto le sue storie).
Ne nacque così un personaggio molto differente da quello barksiano, in cui alcune caratteristiche erano estremizzate, altre ignorate e altre ancora peculiari del Paperone italiano. L’esempio più conosciuto e clamoroso di queste differenze è il rapporto con Nonna Papera, che Martina vide come sorella di Paperone (ma su questo argomento ci torneremo, perciò state tonnati! ndr), ma ce ne sono moltissimi altri.
Ebbene, chiediamoci: come apparirebbe la gioventù di Paperone, se fosse raccontata da qualcuno che facesse lo stesso lavoro certosino operato da Don Rosa, e però basandosi sulle opere di Guido Martina? Qui cercherò di raccontare la mia risposta...
(Vi siete persi la prima parte? potete recuperarla qua)
Capitolo 6 – Back to the Klondike
1915 circa: giunto (o meglio: tornato! non dimentichiamo che Paperone è nato qui) nel Klondike, il Nostro trova ospitalità presso il vecchio Ghingo Limaccia, che ripaga aiutandolo a coltivare il suo sabbioso campo di patate… (Zio Paperone e la campagna elettorale, disegni di Massimo De Vita, 1979).
Poco tempo dopo, Paperone salva dall'annegamento un giovane sconosciuto, che si rivelerà essere il padre di John D. Rockerduck, il suo futuro acerrimo nemico.
Si può ipotizzare che il personaggio sia lo stesso, coetaneo di Paperone e figlio di Pykerdock, di cui ci viene mostrata la nascita nella Storia e Gloria (Zio Paperone e l'ora del rimpianto, disegni di Giulio Chierchini, 1980).
1916 circa: sulle rive dello Yukon, Paperone trova un terreno promettente, ma anche l’opposizione degli indiani.
Ma “il più duro dei duri” non esita a violare un tabù, distruggendo un totem… (Zio Paperone e l’enigma della Sfinge, disegni di Sandro Zemolin, 1980).
1917: forse perché non ha ancora trovato l’oro, Paperone si dedica alla pesca e al commercio di pesci pregiati (che falsifica spudoratamente). Ma, evidentemente irriconoscente per il salvataggio ricevuto, “Rocker Pataccaro” insidia il suo “diritto del primo occupante”.
Ricorsi al giudizio degli indiani, Paperone perderà apposta, ottenendo invece la concessione della riva sabbiosa “dove non crescono le cipolle”, in realtà ricca di polvere d’oro (Zio Paperone e il catastrofico EEE, disegni di Luciano Gatto, 1979).
Capitolo 7 – Le sabbie del fiume Yukon
Finalmente proprietario di una concessione aurifera, Paperone, per iniziare l'estrazione del prezioso metallo, ottiene il necessario finanziamento dall'amichevole e generoso Trade Billy, evidentemente di tutt’altra pasta rispetto a Soapy Slick! (Zio Paperone e il mistero del Klondike, disegni di Comicup Studio, 1990).
Anno 1917 circa (1928 nel testo): a Delizia, capitale del Klondike, Paperone è dedito al setacciamento delle sue sabbie aurifere, ma deve affrontare la minaccia dei Bassotti, noti all'epoca come Bullos Boiaccias.
1918: affascinato dall'esibizione di un prestigiatore, lo "convince" a vendergli la sua tuba "magica", che userà per gabbare i Bullos. L’eleganza acquisita gli varrà anche la nomina a Sindaco. Esaurito l’oro da estrarre, decide di tornare a casa, lasciando l’oro in un posto sicuro… (Zio Paperone e il cinquantennio della tuba, disegni di Luciano Gatto, 1978).
Tornato a regolare i conti con il fiducioso Trade Billy, troverà però che l’amico è a sua volta partito in cerca di fortuna… Paperone salderà comunque il suo debito, molti anni dopo!
Nella prossima puntata: le pene d'amore di un giovane papero!
E a voi, cari bat-lettori, è piaciuta questa nuova puntata de "L'altra $aga" redatta dal nostro bat-amico Giuseppe Millanti? Ditemi che cosa ne pensate con un bat-commento qui sotto!
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