La cover di Marco Rota con lo strillo che annuncia l'articolo sul ritorno degli stranieri in Serie A |
Bentrovati, cari bat-fans!
Oggi celebreremo un anniversario importante, che, seppur esuli molto dai nostri amati fumetti, anche da Topolino ci è stato raccontato.
Squadre di calcio con in rosa più stranieri che calciatori locali sono ormai la normalità, ma non è sempre stato così.
Esattamente 40 anni fa, l'estate del calcio italiano era particolarmente torrida: lo scandalo Totonero avrebbe portato alla retrocessione di Milan e Lazio, alla penalizzazione di Avellino, Bologna e Perugia e ad una lunga serie di calciatori squalificati (il più famoso, Paolo Rossi, non ancora il Pablito del 1982).
Questa difficile situazione minò i propositi di vittoria della Nazionale italiana agli Europei di quell'anno, organizzati nel nostro Paese e vinti dalla solita Germania Ovest.
I vincitori col trofeo (fonte: wikipedia) |
In questo clima arroventato (nella mente dei tifosi sono ancora vivide le immagini dei calciatori arrestati durante il ritiro della Nazionale!) un fulmine a ciel sereno sembra portare un po' di serenità: la Lega vota per la riapertura delle frontiere!
Gli ultimi stranieri giunti dall'estero risalivano a ben 15 anni prima: le frontiere vennero infatti chiuse in seguito al fallimentare Mondiale inglese del 1966, quando l'Italia venne eliminata dalla Corea del Nord con un gol di Pak-Doo-Ik. Fu una decisione motivata dal tentativo di valorizzare i talenti azzurri, messi in ombra dai troppi stranieri.
Nel frattempo le società italiane poterono continuare ad utilizzare ed acquistare solamente i calciatori stranieri che nel 1966 si trovavano già in Italia.
Divenne celebre tra gli appassionati il bomber brasiliano Sergio Clerici, soprannominato "El Gringo", l'ultimo calciatore straniero del campionato che continuò a calcare i campi di Serie A fino al ritiro, avvenuto al termine della stagione 1977-'78.
Alla fine quindi, nonostante i buoni propositi della Lega Calcio, si ebbero solamente due stagioni totalmente autarchiche!
All'improvviso, i tifosi di mezza Italia ricominciarono a sognare sotto l'ombrellone l'arrivo di un asso straniero che potesse innalzare il livello tecnico della loro squadra.
Opportunità che, però, non incontrò il favore di tutte le società di Serie A. Infatti, come ricorda Stefano Olivari sul Guerin Sportivo,
«Quasi tutti i club di Serie A erano contrari alla riapertura delle frontiere, addirittura in un’assemblea di Lega di gennaio votarono per il sì soltanto Juventus, Milan, Napoli e Udinese, per il no gli altri e tutta la Serie B (la Lega era unica). A spingere per il ritorno degli stranieri, magari anche soltanto comunitari, era quello che allora si conosceva come MEC (l’Unione Europea di oggi), con il presidente federale Franchi molto favorevole. [...] Poi la linea Franchi prevalse.»
Questa "rivoluzione culturale" non lasciò impassibile nemmeno la redazione di Topolino, che celebrò l'evento con un articolo di 4 pagine a firma di Massimo Marconi, già giornalista sportivo prima di assurgere al rango di "Maestro Disney", pubblicato sul numero 1297 del 5 Ottobre 1980, seppur con toni decisamente non più accettabili dalle norme imposte dal politicamente corretto di oggi (Juary definito «il nuovo Jair, il negretto della Grande Inter»).
Ad una rapida lettura, salta subito all'occhio la mancanza di Ruud Krol, difensore olandese ex-terzino fluidificante nell'Ajax di Cruijff e che a fine carriera si era riciclato egregiamente come libero, tanto che a fine stagione verrà votato come "straniero dell'anno" della Serie A.
La spiegazione è piuttosto semplice: Krol venne acquistato dal Napoli a Settembre (saltò anche la prima giornata per problemi burocratici), quando Marconi aveva verosimilmente già chiuso il suo articolo.
Gli stranieri alla fine di quell'estate del 1980 furono quindi solo 11 (non tutte le 16 società di A, come detto, erano a favore e fa quantomeno sorridere con gli standard attuali veder definito una manciata di stranieri come "La Babele del calcio"):
- Herbert Prohaska, austriaco, all'Inter;
- Liam Brady, irlandese, alla Juventus;
- Paulo Roberto Falcao, brasiliano, alla Roma;
- Ruud Krol, olandese, al Napoli;
- Juary, brasiliano, all'Avellino;
- Eneas, brasiliano, al Bologna;
- Daniel Ricardo Bertoni, argentino, alla Fiorentina;
- Sergio Fortunato, argentino, al Perugia;
- Michel van de Korput, olandese, al Torino
- Herbert Neumann, tedesco ovest, all'Udinese;
- Luis Silvio Danuello, brasiliano, alla Pistoiese.
Ma non tutti si rivelarono dei fenomeni del calibro di Krol o di Falcao! Anzi, bisogna riconoscere al maestro Marconi (dopo solo poche partite e in un calcio non così tele-visto come quello attuale!) l'occhio lungo su quel Luis Silvio, passato alla storia del calcio italiano come, per utilizzare le parole di Alessandro Ruta de l'Ultimo Uomo,
«Il re, anzi l’imperatore, dei cosiddetti “bidoni” di calciomercato, pietra di paragone per qualsiasi cattivo affare concluso dal 1980 in poi»
E voi, eravate già incappati in questo articolo? O siete abbastanza anziani da ricordarvi la riapertura delle frontiere? Fatemi sapere la vostra in un commento!
Non ero nato ma ovviamente conoscevo questo importante passaggio per il nostro calcio.
RispondiEliminaLuis Silvio, che idolo. L'ala scambiato per attaccante a causa di una errata traduzione :D.
si parla anche di una truffa ai danni della Pistoiese, con la partita organizzata appositamente per il gonzo di passaggio... insomma, Banfi non s'era inventato niente! O forse che nella finzione Aristoteles era comunque un campione!
EliminaInfatti nella finzione era forte! La truffa era quella della finta firma di Junior..e quella di Socrates..
Eliminaperaltro davvero una trama carina, quella de L'allenatore nel pallone.
Non mi ricordo la riapertura delle frontiere, ma mi ricordo qualcuno di quei "primi" stranieri fra cui Liam Brady era un buon giocatore che dovette però fare spazio ad un certo Michel Platini.. La storia di Luis Silvio (l'hanno preso come centravanti invece era un'ala) è veramente divertente, ora non sarebbe possibile con internet :D
RispondiEliminaoddio, vedendo quanti scarponi transitano nella nostra Serie A tutte queste sicurezze non ne avrei (Gabigol sigh...)
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